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Abruzzo - L'Aquila
Basilica di Santa Maria di Collemaggio
La Basilica di Santa Maria di Collemaggio è una delle più straordinarie testimonianze dell’Abruzzo medievale e un emblema indiscusso dell’Aquila. La sua costruzione, iniziata nel 1288 per volontà di Pietro da Morrone – l’eremita che di lì a poco sarebbe divenuto papa Celestino V – si inserisce in un contesto spirituale e politico di grande fermento. La facciata, con i tipici motivi geometrici in pietra bianca e rosa, è uno dei capolavori del romanico-gotico italiano, impreziosita da tre portali scolpiti e da un rosone che cattura la luce con suggestivi riflessi.
All’interno, l’atmosfera è sobria e solenne: tre navate scandite da pilastri conducono al presbiterio, dove si trova il mausoleo rinascimentale che custodisce le spoglie di Celestino V. Proprio qui, nel 1294, si svolse la sua incoronazione, ricordata da Dante con il famoso passo del “gran rifiuto”. In quella stessa occasione nacque la Perdonanza Celestiniana, un’indulgenza plenaria che precede di oltre due secoli il Giubileo romano e che ogni anno, a fine agosto, richiama migliaia di pellegrini e turisti.
Il sisma del 2009 colpì duramente la basilica, rendendo necessari lunghi e complessi restauri. Oggi, dopo anni di lavoro, Collemaggio ha ritrovato la sua originaria bellezza, riaffermandosi come simbolo di rinascita per l’intera città.
Un dettaglio curioso riguarda i materiali: la pietra rosa della facciata proviene dalle cave di Genzano di Sassa e fu scelta non solo per la resistenza, ma anche per il colore caldo che, al tramonto, trasforma la basilica in un mosaico luminoso. Visitare Collemaggio significa dunque immergersi in un luogo che racchiude arte, fede e identità, cuore pulsante della memoria aquilana.